« Bello era il mondo,
ed alti i monti ignoti,
Prima della caduta,
nei Tempi Remoti,
Dei potenti re
che son fuggiti via Da Nargothrond o Gondolin
che sia Dei Mari Occidentali
sull'altra sponda:
Ai Tempi di Durin
la terra era gioconda.
(J.R.R. Tolkien)

 

 

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Nell'universo fantasy creato da J.R.R. Tolkien, i Sindar (letteralmente Popolo Grigio, al singolare Sinda, anche se questo secondo termine non fu molto usato da Tolkien) sono una stirpe di Eldar di discendenza Telerin che proseguirono verso l'Ovest attraverso i Monti Brumosi e le terre dell'Eriador per poi dimorare per qualche tempo presso il fiume Gelion. Sono anche noti come Elfi Grigi. Il loro linguaggio è il Sindarin. I re di Doriath, Elu Thingol e suo nipote Dior Eluchil, furono i grandi re dei Sindar.

 

Sindarin: è il nome I Sindar sono detti "grigi" poiché, non avendo mai messo piede a Valinor, non erano considerati Elfi della luce, nonostante non fossero nemmeno Avari  poiché, accettando l'invito, presero parte al Grande Viaggio verso Aman (e dunque vennero tecnicamente annoverati tra gli Eldar). A volte tra loro facevano riferimento a sé stessi come agli Elfi del Crepuscolo. Il termine grigio però può anche riferirsi al manto grigio di Elu Thingol. Il termine Sindar non è un termine di origine Quenya inventato dai Noldor in esilio. Il loro nome in Telerin è Lindar ma il nome che i Sindar usarono per sé stessi era semplicemente Edhil ("Elfi", al singolare Edhel). Quando i Teleri però partirono verso Aman, e l'incantesimo scoccato tra Elwë e Melian la Maia tolse ai Teleri la loro guida, molti di loro, legati a lui da parentela o affetto, si staccarono dal popolo in viaggio per cercarlo. Prima che fosse ritrovato, essi avevano chiamato sé stessi Eglath, il Popolo Abbandonato. La riunificazione tra i Sindar ed Elwë segnò la nascita di una nuova stirpe. Il loro re assunse il nome di Thingol Mantogrigio (Elu Thingol) ed essi furono dunque detti Sindar (Elfi del Crepuscolo, Elfi Grigi). Molti Sindar varcarono il Mare alla fine della Prima Era; alcuni rimasero, nel Lindon del sud, o andarono a est a fondare regni silvani tra i Nandor.

 

 

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Insieme agli Elfi Silvani, costituiscono la stirpe dei Moriquendi, cioè degli Elfi che non hanno mai visto la "Luce di Valinor".I Sindar sono alti quasi quanto i Noldor, ma di costituzione più gracile. Sono, però, più forti e robusti degli Elfi Silvani. Hanno capelli biondi o viola e occhi grigi o celesti, la loro carnagione è pallida come quella dei Noldor, la durata della vita, come le capacità di vista, udito, immunità e resistenza sono uguali ai Noldor. L'abbigliamento dei Sindar è raffinato, ma semplice e funzionale, non badano a tutti i particolari come i Noldor, i loro colori preferiti sono il grigio e l'argento. A differenza dei Noldor sono molto più inclini ad avere contatti con le altre popolazioni della Terra di Mezzo, sono i più socievoli in fatto di curiosità e commercio; tuttavia, non sono i migliori nelle arti orafe o artigianali, ma sono senza dubbio bravissimi armatori e costruttori di barche.La religione è, come per tutti gli elfi, priva di formalismi; prende forma di celebrazioni collettive e meditazioni individuali. Come i Noldor, adorano Eru, e Varda è la loro protettrice. Tra i Sindar viene praticato in modo particolare il culto di Ulmo, signore delle acque.

 

Tra tutti gli Elfi della Terra di Mezzo, i Sindar sono il popolo più pacato e sereno, e forse il più felice. Sono meno frivoli e giocondi degli elfi silvani, ma anche meno alteri e passionali dei Noldor. Essi però, celano tale passionalità in fondo al loro animo, che è invero profondo e difficile da scrutare. Una volta risvegliata, tale passione è irrefrenabile e questa è l'eredità della loro mai sopita bramosia delle Terre Imperiture. I Sindar tengono rapporti con molte popolazioni della terra di mezzo e sono, cosa curiosa, molto legati ai Nani. Il loro odio si rivolge ai goblin, i warg e i draghi. Il loro dialetto il Sindarin, è diventato la lingua più diffusa tra gli Elfi delle regioni Nord-Occidentali della Terra di Mezzo e ha grandemente influenzato tutti gli idiomi umani.

 

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