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In italiano il termine sirena, così come in molte altre
lingue romanze, indica una figura antropomorfa metà pesce e metà donna,
Questa figura è quella che popolarmente è associata al termine in
questione, grazie anche alla fiaba del 1836.
La sirenetta di Hans Christian Andersen,
e delle opere musicali e cinematografiche
da essa derivate.
Nella tradizione orientale, risalente al
1000
a.c., la sirena è metà uccello e metà donna. Per quanto
riguarda l’aspetto fisico delle Sirene, abbiamo meno incertezze: anche
se Omero non le descrive ci sono numerose raffigurazioni vascolari e
scultoree, nonché le descrizioni di autori più recenti, che ne
testimoniano la forma ibrida, col corpo di uccello e la testa femminile.
Nel tempo questa forma attenua i suoi caratteri ornitomorfi: compaiono
le braccia umane, il seno, poi tutto il busto; successivamente solo le
zampe restano a forma di uccello, finché non si perdono, in epoca
alessandrina, anche questi ultimi residui di ibridismo.
Quello che resta invece incerto è il motivo di questa forma. Sembra che
fossero all’inizio del tutto umane, e che la loro parziale
trasformazione in uccelli sia conseguente ad un evento, che varia però a
seconda degli autori.
Per Ovidio erano compagne di giochi di Persefone, alla quale stavano
insieme anche quando il tenebroso Ade l’aveva rapita; allora avevano
chiesto agli dei di diventare uccelli per poter cercare la loro compagna
in mare e per terra.
Secondo altre versioni sarebbe stata invece Demetra a trasformarle così,
come punizione per non aver cercato di impedire il ratto della figlia;
oppure sarebbe stata Afrodite, per punirle di aver disprezzato le gioie
dell’amore.
Di certo c’è solo che, pur avendo le ali, avevano perso la capacità di
volare in una gara di canto contro le Muse; queste ultime, dopo averle
vinte, irritate dall’orgoglio dimostrato dalle Sirene, le avevano
spennate. |
Nell'Irlanda medievale e nel folklore
nordeuropeo la figura delle sirene (mermaids) ebbe larga diffusione e
vennero rappresentati anche i sireni (mermen), conosciuti anche come
tritoni.
Secondo alcuni miti
greci, esse erano figlie di Acheloo e Mnemosine, o Calliope, o Tersicore.
Secondo altri, furono generate da tre gocce di sangue perse da Acheloo
durante un combattimento. Inoltre, secondo Le Metamorfosi di Ovidio,
furono trasformate in tal modo da Demetra per poter cercare Persefone
rapita da Plutone (o per punizione per non aver saputo evitare il fatto)
o "secondo altri" furono trasformate dalle Muse poiché battute nel
canto. Altri miti ancora affermano che Afrodite le avesse punite
trasformando la metà inferiore dei loro corpi in uccello perché
rifuggivano dai piaceri carnali. |
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Con il loro canto affascinavano i marinai che erano
indotti a schiantarsi sugli scogli dell'isola dove vivevano
(identificata con gli scogli di Li Galli, poco a sud della penisola
sorrentina). Solo due navi sfuggirono alla morte: quella di Ulisse, di
ritorno dalla guerra di Troia, e quella degli Argonauti. L'eroe di
Itaca, consigliato da Circe, tappò le orecchie dei compagni con la cera
e si fece legare per poterne ascoltare il canto, mentre la nave degli
Argonauti si salvò grazie alle doti canore di Orfeo che le batté nel
canto; in tale occasione le sirene si buttarono in mare per lo sconforto
e furono trasformate in sassi. |
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