Un drago non è una fantasia oziosa. Quali che possano essere le sue origini, nella realtà o nell'invenzione, nella leggenda il drago è una potente creazione dell'immaginazione, più ricca di significato che il suo tumulo d'oro.
(John Ronald Reuel Tolkien)

 

 

Draghi Cromatici       Draghi Metallici        Draghi Cinesi

 

Creatura leggendaria presente non solo nei bestiari medioevali europei, ma anche in numerose altre culture,
 il drago è anche protagonista di molte fiabe, dove è simbolo di potenza e di forza e quasi sempre è descritto come la sintesi di animali cattivi o feroci: con il corpo di serpente, le zampe di lucertola, gli artigli dell'aquila, le fauci di coccodrillo, i denti di leone, etc. Nella maggior parte dei casi ha la prerogativa di sputare fuoco e di volare con grosse ali di pipistrello. Infatti, in tutte le fiabe occidentali, il drago incarna poteri malvagi e distruttivi, portatore di distruzione e morte. Non così nelle leggende orientali, dove il drago è visto come una creatura benefica, prodigiosa. Si riteneva, infatti, che le ossa, così come il sangue di drago, potessero avere elevate proprietà curative. Era convinzione comune, per esempio, che lo sviluppo di un drago potesse durare molti secoli prima di raggiungere la piena maturità. Quindi, grazie alla sua grande longevità, questa creatura acquisiva una conoscenza ed una saggezza senza pari… oltre che un’intelligenza superiore a quella dell’uomo.

 

Il nome "drago" deriva dal latino draco che a sua volta riprende il greco drákn, termine che deriva dal verbo dérkomai, ossia "guardare, fissare lo sguardo", con un'implicita accezione di animale dalla vista acuta. Questo animale è presente nella mitologia greca in vari miti (il drago Ladone, padre delle Esperidi, ucciso da Eracle e posto nel firmamento nella costellazione del Draco, oppure il drago Pitone ucciso da Apollo), etc.
Di draghi è anche ricca la letteratura di epoca romana: da Plinio (Historia Naturalis) a Gaio Giulio Solino, a Pomponio Mela. Compare anche in una favola di Fedro, "La volpe e il drago", dove l'animale appare per la prima volta come guardiano di tesori nascosti.
L'iconografia cristiana è ricca di rappresentazioni del drago, incarnazione del male e perciò del Diavolo. Anzi, il diavolo deriva da un drago dell'Antico Testamento che a sua volta deriva dal drago babilonese Tiamat, un essere di sesso femminile. Nel Libro di Giobbe, è citato il Leviatano, un leggendario drago marino.
Ma la leggenda più nota è quella di San Giorgio, patrono d'Inghilterra, che a seconda delle versioni uccide o addomestica il drago, liberando una fanciulla. In Italia, il santo più noto per aver ucciso un drago, tanto da venir spesso rappresentato in questo fatale frangente, è San Mercuriale, primo vescovo e patrono della città di Forlì . Altri santi alla cui figura è accostato il simbolo del drago sono l'Arcangelo Michele, San Filippo, San Silvestro, Santa Marta, Santa Margherita e Santa Giustina.

 

 

Del drago, naturalmente, parla anche Borges nel suo libro sugli esseri immaginari e più o meno concorda con le cose dette fin qui...
«Può, a suo piacimento, essere visitabile dagli uomini o invisibile. A primavera si innalza nei cieli; in autunno s'immerge nella profondità delle acque. Alcuni draghi sono privi di ali e volano per il loro slancio. La scienza li distingue in vari generi. Il drago celeste porta sul dorso i palazzi delle divinità, che altrimenti cadrebbero sulla Terra; il drago divino produce il vento e le piogge, per il bene dell'umanità; il drago terrestre determina il corso dei torrenti e dei fiumi; il drago sotterraneo monta la guardia ai tesori vietati agli uomini. I buddhisti affermano che i draghi abbondano quanto i pesci nei loro numerosi mari concentrici; in qualche parte dell'universo esiste una cifra sacra che ne indica il numero esatto. Il popolo cinese crede nei draghi più che in altre divinità, perché li scorge nelle mutevoli nuvole.
Parallelamente, Shakespeare aveva osservato che ci sono nuvole a forma di drago (Sometimes we see a cloud that's dragonish)».

 

Il drago è presente nei miti delle popolazioni scandinave: si chiama Ormr ed è solitamente descritto come un enorme serpente privo di zampe. E' considerato una creatura malefica, come Fafnir, il drago che ruba e custodisce il tesoro dei Nibelunghi e viene ucciso da Sigfrido; oppure come Niðhöggr, che cerca di distruggere il mondo rosicchiando le radici dell'albero Yggdrasill. Altro mostro serpentiforme è Miðgarðsormr, figlio di Loki e della gigantessa Angrboða, che viene gettato da Odino nell'oceano. Miðgarðsormr è talmente grande da riuscire a circondare tutta la Terra e a mordersi la coda da solo. Abbocca all'amo di Thor, mentre quest'ultimo è a pesca; dopo una cruenta lotta il dio riesce a mettere in fuga il mostro. Uno dei draghi della letteratura tradizionale germanico-norrena che maggiormente descrive lo stereotipo successivamente accolto dall'immaginario popolare e dal fantasy è quello del poema anglosassone Beowulf: si tratta di un serpente alato, che sputa fiamme e custodisce un antico tesoro.

 

 

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Attualmente i draghi sono diventati i protagonisti di romanzi per esempio, in JRR. Tolkien (Lo Hobbit e Silmarillion) e nella letteratura o nei giochi del genere fantasy, molto diffusi. Molti scrittori di fantasy del XX secolo hanno poi scritto di draghi: Margaret Weis e Tracy Hickman ne "Le Cronache di Dragonlance", Il ciclo di "Death Gate" e ne Il ciclo della "Pietra Sovrana", tanto per citarne alcuni. Tra i giochi, il pi noto sicuramente "Dungeons & Dragons", ma anche "Warhammer Fantasy". Un drago sui generis (per la precisione, un drago della fortuna, ispirato in parte alla tipologia cinese) inoltre uno dei protagonisti del romanzo "La storia infinita" di Michael Ende. Anche J.K.Rowling nella saga di Harry Potter ricorre alla figura del drago, in modo particolare durante il quarto capitolo della saga "Harry Potter e il calice di fuoco", dove rubare l'uovo del drago una delle prove del torneo Tremaghi.

 

 

Nulle principali razze che popolano Krynn nella saga di Dragonlance(ampia raccolta di romanzi fantasy, scritti per la maggior parte da Margaret Weis e Tracy Hickman, i draghi principali si distinguono in due tipi: Draghi Cromatici e Draghi Metallici.
I primi sono il ramo malvagio della stirpe draconica. Sono aggressivi, avari, vanitosi e pericolosi.
Tra questi troviamo il Drago Bianco, il Drago Blu, il Drago Nero, il Drago Rosso e il Drago Verde.
I secondi invece costituiscono la stirpe buona dei draghi, ma sono tanto aggressivi quanto i loro cugini malvagi se minacciati o sfidati. Tendono, inoltre, ad essere particolarmente avidi e orgogliosi.
Tra questi abbiamo il Drago d'Argento, il Drago di Bronzo, il Drago d'Oro, il Drago di Ottone e il Drago di Rame.

 

Fonti: http://it.wikipedia.org  http://www.bluedragon.it http://xoomer.alice.it

 

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