La parola greca "anghelos"
significa messaggero, annunciatore, portatore di notizie. In questo caso
da parte di Dio all'uomo. "Notizie" di ogni genere, stando alla
tradizione biblica, ma sempre benefiche, sia per gli individui che per
la nazione.
Nelle Sacre Scritture gli angeli sono variamente descritti: superiori
agli uomini per saggezza, potenza, scienza, sono tuttavia inferiori a
Dio, della cui corte fanno parte. La teologia li divide in due gruppi,
attribuisce loro un corpo etereo e ritiene siano composti di materia
angelica. Hanno la funzione di collaboratori della provvidenza di Dio,
nunzi della volontà suprema, guida per le anime dei defunti, protettori
dalle insidie del demonio. Nella concezione odierna mantengono il solo
compito operativo di angeli custodi, cioe' che ogni uomo, fin dalla
nascita, può fare assegnamento su un angelo che gli sta vicino e lo
protegge.
L'angelo è una figura che, nella sua specificità e nella sua interezza,
è presente soltanto nelle Religioni del Libro, ossia in quelle religioni
basate su di un testo sacro che i fedeli ritengono rivelato:
- l'ebraica con la Bibbia, limitatamente all'Antico Testamento;
- la cristiana con la Bibbia nella sua interezza, cioè Antico e Nuovo
Testamento;
- l'islamica o musulmana con il Corano.
Anche nelle religioni diverse da quelle monoteiste si ritrovano spesso
delle figure soprannaturali intermedie che esercitano alcune delle
funzioni proprie dell'angelo: sono protettrici, consolatrici,
ispiratrici, guide o anche spiriti custodi dei vari elementi che
costituiscono il mondo naturale. Malgrado una parziale diversità, questi
esseri finiscono col presentare molte affinità e somiglianze con gli
"angeli" propriamente detti. Possiamo quindi dire che tali entità sono
reperibili nel patrimonio di ogni cultura anche se, andando dalla Persia
verso l'Oriente, l'idea di angelo tende a farsi sempre più vaga e
incerta.
Le antiche sculture orientali, rappresentanti figure umane alate come
personificazioni di geni e creature sovrannaturali, influenzarono
certamente la tendenza cristiana a raffigurare gli angeli come esseri
muniti di ali, cosa che l'arte protocristiana per lungo tempo aveva
evitato (probabilmente per impedire che gli angeli venissero confusi con
personificazioni quali Nike/Victoria, Gloria e Agatha Tyche, la "buona
sorte" dell'imperatore). Intorno al IV secolo fecero la loro comparsa
immagini di angeli con nimbo (aureola) e ali, fanciulli vestiti di
bianco che hanno in mano la bacchetta del messaggero, gigli (simbolo
dell'amore puro e verginale), rami di palma ("Il giusto fiorisce come
una palma", Salmi
92, 13),
spade fiammeggianti per combattere il diavolo, incensieri, bandiere
(l'arcangelo Michele vincitore del ribelle Lucifero) o trombe (per
annunciare il Giudizio Universale).
Nel medioevo e nel primo rinascimento gli angeli vengono sempre più
raffigurati come androgini o fanciulle. Si afferma ugualmente già nel
XII
secolo la tendenza
a raffigurare simbolicamente gli angeli con teste alate (indice di
"non-corporeità") e nella veste di fanciulli ("innocenza"), tendenza che
trova poi la sua definitiva manifestazione idillica nei putti angelicati
tipici del barocco.
Spesso i Cherubini sono rappresentati con spade di fuoco (un cherubino
sorveglia l'entrata del paradiso con in mano una spada di fuoco dopo il
peccato originale di Adamo ed Eva e dopo la loro cacciata), i Serafini
invece come servitori che circondano il trono di Dio ("e io vidi un
grande trono bianco e Colui che vi siede. Dinanzi a Lui fuggono la Terra
e il Cielo", Apocalisse di Giovanni); l'arcangelo Gabriele durante
l'Annunciazione, Michele che combatte contro il drago Lucifero e Uriele
accanto al sepolcro vuoto di Gesù Cristo, infine l'angelo sulla scala di
Giacobbe (simbolo della comunicazione tra Dio e l'uomo) e nel barocco
l'angelo che guida le anime che si sono purificate nel fuoco del
purgatorio e che ora salgono dolcemente al cielo.
Nel XIX
secolo si sviluppò
la tendenza alla raffigurazione dell'angelo custode di ogni persona,
soprattutto dei bambini.
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