Tutti coloro dei Quendi
[gli Elfi] che caddero
nelle mani di Melkor
furono imprigionati in Utumno
prima che esso fosse distrutto
e per mezzo di lente arti crudeli
vennero corrotti e resi schiavi;
e così Melkor generò
l'orrenda razza degli Orchi
che sono un atto d'invidia
e di scherno verso gli Elfi,
dei quali in seguito
furono i nemici più irriducibili.
(J.R.R. Tolkien”Il Silmarillion”)

 

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Fauni

Il Fauno (più tardi fatto corrispondere al Satiro della mitologia greca) è una figura della mitologia romana, una divinità della natura, in particolare della campagna e dei boschi. Inizialmente era il dio della campagna, contrapposto al dio dei boschi Silvanus. In alcune versioni del mito è identificato con un antico re del Lazio, nipote di Saturno o di Marte, figlio di Pico e Canente o Pomona e, secondo l'Eneide, padre di Latino, il quale dopo la morte fu venerato sia come protettore di raccolti e armenti (Inuus), sia per le sue facoltà di oracolari (Fatuus). Secondo una versione latina, era figlio di Giove e della maga Circe. La sua sposa era Fauna, chiamata anche Fatua; in versioni tarde fu associato al dio greco Pan, oltre che al Satiro. Il dio Fauno era anche chiamato Luperco, in qualità di difensore delle greggi dagli assalti dei lupi è lupo egli stesso (ossia lupus, lupo ed hircus, specie di capra domestica). Il suo aspetto è dalle forma umane, ma con zoccoli e coda di capra e con le corna sulla fronte,ed amano accompagnarsi con Ninfe, Naiadi e persino Driadi ed Amadriadi, qualora esse glielo consentano. Intelligenti ed astuti, spesso alleati dei possenti Centauri, coi quali amano bere e operare scorrerie licenziose, e sono spesso in conflitto coi feroci Lapiti, uomini primitivi che combattono a mani nude, o con pietre e bastoni. Amici dei pastori e dei cacciatori, sono espertissimi allevatori di animali e persino di api, ed abili cacciatori, ma anche abilissimi suonatori, specie di flauti, zampogne e ogni strumento a fiato, e sfrenati ballerini.

Nelle comunità rurali, la sua festa (Faunalia), ricorreva il 5 dicembre tra danze e processioni. Per altri sarebbe stato il terzo re preistorico dell'Italia, e avrebbe introdotto nella penisola il culto della divinità e l'agricoltura; dopo la morte gli vennero dedicati molti onori e venne venerato come dio dei boschi, protettore delle greggi e degli armenti. Secondo altre fonti, i Fauni sarebbero stati antichi pastori, abitanti, ai primordi del mondo, nel territorio sul quale verrà fondata Roma. È una delle più antiche divinità italiche, nonché l'istitutore dei Salii e dei Luperci, le due solidalitates dedicate al culto iniziatico di Marte. Nei primi secoli dell'era cristana, molte divinità pagane vennero demonizzate e i Fauni furono associati ai Satiri e ai Silvani. La figura del Fauno diverrà in seguito quella del diavolo-tipo. Nello stesso periodo, però, i Fauni vennero anche convertiti in esseri non malvagi, simili ai folletti. L'unico tempio a lui dedicato in Roma, il Tempio di Fauno, si trovava sull'Isola Tiberina. Nei pressi di un bosco situato nei pressi della fontana Albunea, esisteva un celebre oracolo, dedicato a Fauno. Nell'Eneide si fa riferimento anche a un Fauno omonimo del dio: è il padre del giovane guerriero italico Tarquito ucciso da Enea in combattimento. Tarquito risulta essere comunque un semidio, in quanto sua madre è la ninfa Driope.

 

Orchi

Nella mitologia norrena, l'orco (orc sia in tedesco sia in inglese) è una mostro antropomorfo, con connotazioni bestiali e demoniache. Sia il termine sia la tipica rappresentazione dell'orco nordico derivano dall'Orco della mitologia romana, che pone in esplicita relazione questa figura mostruosa con il mondo degli inferi. Una relazione più debole esiste invece con l'orco delle fiabe, anch'esso mostruoso e malvagio, ma più simile a un uomo e,in genere, non associato all'inferno o ai suoi abitanti. Il termine “orc” si trova soprattutto in “Beowulf” (poema epico più antico fra quelli sopravvissuti in lingua inglese arcaica, datato intorno all'anno 1000) , dove la razza dei non morti di Grendel è descritta come Orc-néas, che sembra significare "cadaveri di Orcus"; il termine Orcus è l'originale latino e può essere interpretato come sinonimo di Plutone o Ade. Gli orchi di Beowulf (Grendel e sua madre) sono esseri metà uomo e metà mostro, che vanno a caccia di notte, e si riparano in una dimora subacquea in fondo a nebbiosi acquitrini (in un'ambientazione che simboleggia in modo piuttosto esplicito il regno degli inferi). Da questo riferimento ha tratto spunto J. R. R. Tolkien per rappresentare la più celebre razza di orchi della letteratura fantasy, quelli della Terra di Mezzo (in alcune traduzioni italiane chiamati "orchetti" proprio per distinguerli dagli orchi del folklore, ogre in inglese). Gran parte della letteratura fantasy trae spunto dagli orchi di Tolkien (e quindi indirettamente da quelli di Beowulf), sebbene non raramente avvengano sovrapposizioni con elementi della tradizione folcloristica europea.

Il termine “orc”, incidentalmente, indica in lingua inglese anche un certo tipo di mostro marino, citato originariamente da Plinio il Vecchio e in seguito ripreso dai bestiari medievali e dalla letteratura epica e cavalleresca medioevale e rinascimentale; per esempio nell'Orlando Furioso (da questa accezione deriva il nome del cetaceo noto come orca). Nello stesso Orlando Furioso tuttavia appare anche un "orco" terrestre, un gigante cieco con un grande naso e zanne simili a quelle di un cinghiale, che divora carne umana. Nella letteratura fantasy, gli orchi sono creature malvagie, simili a uomini ma con connotazioni bestiali e non raramente demoniache. L'esempio più celebre di orchi nel fantasy (e l'ispirazione di molte altre varianti) sono quelli che compaiono nelle opere di J. R. R. Tolkien. Molte opere di fantasia riprendono sostanzialmente il modello di Tolkien; altre si rifanno anche, in qualche misura, alla tradizione folkloristica degli orchi delle fiabe, ben diversi da quelli di Tolkien (in inglese si usano infatti due parole diverse per l'orco di Tolkien e del Beowulf, orc, e per l'orco delle fiabe, ogre). Nei romanzi di Tolkien, gli orchi sono descritti come creature grottesche e deformi,sudici, dalla pelle scura e dalle braccia particolarmente lunghe. Il volto è schiacciato, la bocca ampia dotata di zanne, gli occhi rossi particolarmente adatti a vedere al buio dato che trascorrono gran parte della loro vita in caverne e gallerie: odiano, infatti, e mal sopportano la luce del sole Sono creature malvagie e miserabili, capaci solo di distruggere. Gli orchi sono usati come "carne da battaglia" da entrambi i cattivi de “Il Signore degli Anelli”, Sauron e Saruman.


Ne “Lo Hobbit”(romanzo fantasy scritto da John Ronald Reuel  Tolkien
)., gli orchi sono chiamati Goblin, sebbene Gandalf descriva le Montagne Grigie come infestate da "goblin e orchetti". All'epoca, Tolkien non aveva ancora deciso che "Lo Hobbit" fosse ambientato nella stessa Terra di Mezzo di cui aveva già scritto molto ne “Il Silmarillion” Dopo la pubblicazione de “Il Signore degli Anelli”, creature chiamate "orchi" sono apparse in una quantità di opere della letteratura fantasy, nonché in film, giochi di ruolo, videogiochi e così via. Queste fonti spesso riprendono la figura generale degli orchi di Tolkien, oppure fanno riferimento anche agli orchi delle fiabe. Non raramente, queste opere distinguono goblin e orchi, pur descrivendoli come razze simili e talvolta imparentate. Simili legami di parentela (o di collaborazione) vengono talvolta stabiliti fra orchi e altre razze mitologiche simili, come i troll. Vanno anche citati i casi di opere letterarie che descrivono razze o popoli chiaramente derivate dagli orchi di Tolkien, ma che vengono identificati con nomi e tratti fisici differenti, con lo scopo spesso evidentemente deliberato di non "riprodurre" troppo fedelmente l'immaginario tolkieniano. Possono essere visti in questa luce, per esempio, gli gnomi del ciclo di Shannara.


In molti casi, gli orchi del fantasy hanno volti con tratti suini, sebbene questo elemento non appaia in alcun modo nelle opere di Tolkien né nella tradizione popolare europea. Questa caratterizzazione potrebbe derivare dall'associazione degli orchi con l'idea di "bestialità" e "volgarità", da un riferimento agli orchi dell'Orlando Furioso, o semplicemente dall'assonanza fra le parole inglesi orc e pork (maiale). Altro elemento ricorrente negli orchi del fantasy, anche questo non derivabile ne dalla tradizione popolare né da quella tolkieniana, è la pelle verde che caratterizza, tra gli altri, gli orchi di Warcraft e l'orco fiabesco moderno Shrek. La pelle degli orchi di Tolkien variava invece dal giallo pallido (come quella degli gnomi di Shannara) al nero. Alla pelle verde si associano tratti somatici molto grossolani e, anche questo molto frequentemente, canini sporgenti. Infine, in molti casi le società degli orchi sono rappresentate come tribali. Anche questa idea non si può ricondurre a Tolkien (in cui gli orchi appaiono sempre come soldati di un esercito e non membri di una società in senso stretto) né alla tradizione, che li vuole normalmente solitari.

 

 

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